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La Saga di Dhamon

La Saga di Dhamon

Dopo l’avvento della Quinta Era, Dhamon uno degli “Eroi del Cuore” che ha battuto i Draghi dominatori è allo sbando, questi sono i suoi racconti…

 


La Caduta di Dhamon

Il primo volume di una nuova serie, che non mancherà di affascinare gli amanti delle atmosfere oniriche e barbariche, tipiche del marchio Dragonlance.
Dhamon Grimwulf, un tempo eletto “Eroe del Cuore”, è caduto nella polvere e conduce ora una vita squallida e dedita al crimine. Mentre i draghi che dominano il continente di Krynn organizzano con freddezza l’estrema battaglia per annientare il nemico e imporsi come dominatori assoluti, Dhamon deve ritrovare la forza e la volontà di redimersi. Ma potrebbe essere troppo tardi…


Il Tradimento

“Il tradimento” è il secondo volume della “Saga di Dhamon”, nuovo lavoro di Jean Rabe legato alla oramai celeberrima ambientazione di “Dragonlance”. Come negli altri libri della stessa collana l’autore compone un mosaico di azione, suspance e fantasy puro.
Lo scenario che si apre al lettore è quello di un mondo al limite del collasso, stremato dal “Cataclisma”, dalla “Guerra delle Lance”, dalla “Guerra del Caos” e dall’avvento dei terribili Dragoni.
In questo clima apocalittico il protagonista Dhamon Grimwulf, ex cavaliere di Takhisis, ex protettore di Goldmoon, ex marionetta del dragone dominatore Malys, si aggira per il continente di Ansalon quale brigante alla ricerca di tesori, donne e soprattutto di una cura per la terribile ferita alla coscia, causatagli da una scaglia di drago, che proprio non ne vuole sapere di staccarsi dal suo corpo, ma che, anzi, sembra volerlo mutare in qualcosa di spaventoso.
Accompagnato dall’amico Maldred, un orco mago che preferisce camuffarsi magicamente assumendo le fattezze di un grosso umano, dalla vecchia fiamma mezzelfa Rikali e dal giovane Varek, si scontrerà con la malefica Nura Bint-Drax, discepola dell’oscuro dragone Sable, vera deus ex machina della vicenda.
Dhamon dovrà compiere una “cerca”, nella più classica delle tradizioni del genere, per trovare la salvezza e ritrovare se stesso, perso com’è in una spirale autodistruttiva e dolente. Un’antica mappa magica, ricevuta dal padre di Maldred quale ricompensa per aver liberato alcuni suoi sudditi prigionieri in una miniera del terribile dragone, mostra infatti la possibile soluzione a tutti i suoi problemi: un antico tesoro dei pirati, grazie al quale pagare i servigi di una guaritrice leggendaria. Ma la sopravvivenza di questo scontroso antieroe è messa a dura prova dai mille nemici che si è fatto durante il suo sfortunato cammino e dagli incidenti di percorso che, macabri scherzi del destino, non sembrano voler permettere un lieto fine.

Note
Divertente anche se non entusiasmante, questo libro si legge in modo scorrevole grazie ad uno stile semplice e diretto ed a una traduzione di Roberto Sorgo davvero gradevole. L’autrice, attenta a cogliere i lati nascosti della psicologia del suo protagonista, rinuncia volutamente a ogni lirismo e ad ogni reminiscenza epica per tratteggiare in modo chiaroscurale un mondo dove se esiste il bene è ben nascosto agli occhi ed ai cuori dei personaggi. Esemplificativo in questo senso il draconiano Ragh, compagno acquisito in itinere dal gruppo, sempre ambiguo e distaccato, ossessionato dalla ricerca di vendetta ed allo stesso tempo onorevole, per quanto possa esserlo uno della sua razza generata dal male e dalla magia.
Il lettore viene naturalmente trasportato su Krynn e nelle tipiche atmosfere di questa ambientazione che caratterizza il mondo del fantasy e del gioco di ruolo da decenni. Per me l’autrice indugia troppo, però, nell’aderenza al sistema di gioco. Ovvero, sopratutto nei combattimenti, si sentono rollare i dadi a scapito di un realismo che forse sarebbe funzionale all’immanente senso di impotenza che accompagna l’intreccio. Nonostante questo la storia, originale ed avvincente, è godibile ed affascinante nel suo continuo susseguirsi di colpi di scena.

Scheda a cura di Ruf


Il Riscatto di Dhamon

“Il riscatto di Dhamon” è il terzo ed ultimo volume dell’omonima “Saga” realizzato da Jean Rabe. Come i precedenti è ambientato su Krynn, il mondo descritto dalla classica ambientazione per D&D Dragonlance,oramai divenuta celeberrima per i molti libri ad essa dedicati.
In questo volume tutti i nodi vengono al pettine: si scopre chi davvero orchestra le oscure, che più oscure non si può, trame che attanagliano la vita del protagonista e dei suoi sfortunati compagni di viaggio. Dopo il tradimento di uno dei suoi più cari amici il nostro antieroe si trova infatti in balia del nemico, inseguito da una masnada di Spawn, abominevoli esseri mezzi uomini e mezzi draghi, disperso in mare e attaccato da evanescenti spiriti generati dal Kaos. E tutto questo solo nelle prime pagine.
Inoltre la scaglia di drago che non ne voleva sapere di staccarsi da suo corpo si palesa quale maledizione inestinguibile diffondendosi dolorosamente fra le sue membra, trasformandolo in modo irreparabile. Accompagnato da un bislacco duetto di alleati, formato da Ragh, un Draconiano Sivak particolarmente saggio, e da Fiona, un cavaliere di Solamnia resa folle dalla tragica perdita dell’amato Rig, avanzerà, attraverso i mille ostacoli che si pongono sul suo cammino, avvicinandosi sempre più alla verità che si cela dietro alle macchinazioni della malvagia Nura Brint Drax e del suo vero padrone.
Mosso dall’istinto di sopravvivenza, dall’orgoglio e dall’amore, tematica finora estranea alle sue priorità, per il figlio neonato Dhamon affronterà con parossistico vigore le ultime traversie della sua vita, terrorizzato dalla costante perdita di umanità che lo accompagna. Infatti, oramai certo di aver smarrito se stesso, si aggrapperà con la forza della disperazione al suo obiettivo.

Note
L’autrice tratteggia, sullo sfondo della vicenda, un mondo dolente, arrivato allo stremo delle forze dopo il continuo susseguirsi di disastri globali. Sembra quasi voler trovare una catastrofica corrispondenza tra l’esistenza travagliata del protagonista e del suo ambiente. Facendo così di Dhamon un simulacro simbolico funzionale alla comunicazione dell’immanente senso di declino, vero e proprio filo conduttore del testo. Senso questo che si può gustare al meglio solo se si è partecipi delle precedenti disavventure del protagonista di cui le mille traversie descritte sono l’amaro frutto. Per comprendere a fondo questo libro è quindi consigliabile aver letto il precedente, se non addirittura tutta la “Saga”.

 

Scheda e commenti a cura di Ruf

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